sabato 18 agosto 2012

Tentativo di ritorno all'entusiasmo n.°1

Terribilmente frustrante.
Avere la testa vuota e silenziosa.
Avere la testa vuota e silenziosa e non sapere di cosa riempirla.
Perché nulla ha la poesia di un tempo.
Perché non c'è parola che ti possa strappare dal tedio delle guerre quotidiane con il mondo. Dalle guerre quotidiane con te stesso. Dall'insonnia. Dal rimorso.
Pensare che nulla più può sorprenderti e poi sorprenderti di te.
Sperare che tutto vada secondo i piani e poi scoprire che siamo pessimi calcolatori.
Invidiare chi c'è riuscito, chi è riuscito a prendersi ciò che voleva, senza sprecare tempo né risorse. Usando scorciatoie, forse.
Vivere sulle illusioni, non sugli allori, ché quelli son troppo fragili per sopportare il peso di un essere umano e delle sue incertezze.
Vedersi crollare il mondo addosso in media due volte l'anno e poi pensare che ci sei e che puoi ancora far qualcosa. Astrarti. Diventare sempre meno empatico.
Convincersi una volta per tutte che non arriverà nessun nemico a minare i tuoi progetti e ledere la tua libertà, ma invano; anche se non lo vedi, c'è sempre il Tempo.

La voglia di essere un'altra persona e non trovare nessuno in cui peregrinare perché nessuno soddisfa completamente tutti i requisiti. Forse l'unico sei tu. 
Domani voglio svegliarmi e avere le stesse cosce, le stesse mani, gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso naso, le stesse certezze e le stesse illusioni di sempre.
Forse, domani, voglio solo svegliarmi, e basta.

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