sabato 2 ottobre 2010

Candide piume sui nostri peccati





Una volta su quel letto c'eravamo noi

vivi ed ubriachi

a guardar scorrere i giorni

i colori, le urla, la gente

vestiti di sorrisi e di parole inusuali

coperti dal mio sangue

e riscaldati dal tuo.

Una volta ci siamo promessi

di non alzarci più

e abbiamo osservato le foglie

ingiallire e cadere

senza far nulla

perchè a nulla sarebbe servito.

Eri droga, lo ero anch'io

ma le lenzuola le abbiamo strappate

ed il cuscino è esploso in aria

spargendo candide piume sui nostri peccati.

Una volta ci importava del resto

ma fra qualche giorno partirò

sperando di trovare al mio ritorno

nuove lenzuola sul tuo letto

e la finestra aperta

sull'inverno che arriva.

E te

e le dalie appassite sul comodino

ed un altro anno per salutarci ancora.


lunedì 6 settembre 2010

Elucubrazioni estive

Sono entrata nella tua nuova casa in punta di piedi, come in punta di piedi sono entrata nella tua vita. E mi ha fatto subito una gran tristezza immaginarti lì da solo. Perché vorrei essere la tua ombra, tanto ti adoro. Perché non ho il coraggio di dirti tutto questo, ma spero tu lo intuisca da te. Perché ho quasi diciotto anni e tutti si aspettano che responsabilmente prenda le mie decisioni e tutti pretendono che io sia matura quando matura non sono, né voglio sforzarmi di sembrarlo. Ho diciassette anni solo per altri quattro mesi, ho diciassette anni ed una mano per scrivere delle mie giornate asettiche.
Hai altri quattro mesi per amarmi illegalmente.
Su di te, su quel letto, mi sono sentita una diciassettenne e ho abbandonato i miei abiti da vecchia sulla cassapanca di qualcun altro.
Amo vederti sorridere mentre facciamo l'amore e mentre distrattamente sbadiglio.
Ma della mia vita non so che farmene. Io voglio solo scrivere e piangere per ciò che leggo e suonare il piano e baciare te, ma le passioni vanno coltivate, come le piante che altrimenti appassiscono. Dimentico ciò che voglio e inseguo ciò che la società vuole che io insegua e mi sento meno anticonformista e ribelle di un anno fa. Mi sento ingrigita e ingrassata, vedo sul mio volto comparire un segno per ogni volta che ho tradito la mia morale ancora non ben definita.
Non posso prendermi cura di noi da sola. E' questo il vero problema.
So scegliere ciò che mi fa star bene e non so amarlo.

lunedì 30 agosto 2010

Alla nostra, questa volta.






Che gente infelice

è la gente

di cui ci circondiamo

soffre per un sorriso

e gode per le tue lacrime

Che gente disperata

è la gente

con cui discorriamo

accarezza fattezze animali

e sputa su quelle parlanti.

Che gente pericolosa

è la gente

che non sa aspettare

che non sa sorridere

che non riesce a sognare

perché pervasa incessantemente

da brividi di gelosia

perchè priva di fantasia

e costretta in un buco buio.

Che vite frustrate

sono le vostre vite!

La vostra morale

è dettata dall'ignoranza

e sguscia verso di me

cercando di corrodermi

ma non puoi dimenticare

una lingua che sai già parlare

quindi addio,

spero di incontrarvi ancora

e di stupirmi

della vostra intelligenza

del mio imperfetto metro di giudizio

delle mie considerazioni senza mezzi termini

della nostra amicizia.

lunedì 23 agosto 2010

Eppure non si muore




Potremmo cenare
calici bianchi ed escargots
e poi andare
sulla strada
andare
sulla strada blu
verdi d'assenzio
viaggiare
piangendo
tradimenti scuciti e ricuciti
su candide lenzuola
che non useremo più.

Io non appartengo a questo posto.

giovedì 12 agosto 2010

Rosso e bianco sulle mie lenzuola





Pezzi di vita per le strade di Dublino
frammenti di sorrisi, di frasi perse lungo il vagare quotidiano
di sguardi lasciati a metá.
I colori accesi del cielo irlandese ci inseguono
come in un sogno surreale
mentre autobus senza autisti
esplorano il nostro universo emotivo,
ma l'odore di cibo piccante invita a proseguire
per strade infestate da fantasmi
e da anime straniere.
E' solo il mondo che si schiude
ai nostri occhi poco piú che vergini
e le ceneri dei miei ideali si disperdono
nella strada gremita di passanti
e mi inducono ad arrendermi
e ad addormentarmi ubriaca sull'umida terra d'Irlanda
in attesa del giorno in cui torneró e ti baceró distratta
pensando a ció che ho visto
e che ho lasciato appassire
tra i quadrifogli verdeggianti.

venerdì 9 luglio 2010

Più a nord della coscienza




O notte fervida e assordante

avvolgi il mio effimero corpo nel tuo vortice stellato

affinchè possa godere ancora una volta

del gelido turbinio delle emozioni infantili

che come frutti acerbi

fluiscono con colori squillanti

al primo sole della giovinezza.

Conducimi su strade sterrate

e in buie osterie

e ravviva la mia stanca mente

con fiumi di note e di vino.

O notte chiara e declinante

riporta qui i bambini che eravamo

e resta a giocare con noi

poi nasconditi, e lasciaci appassire in pace

sussurrando parole quasi d'amore

mentre, illacrimata, la Morte ci travolge

gettandoci in un buio baratro

di amara disperazione.

domenica 21 marzo 2010





Sono le occasioni perdute
sono le parole lasciate a metà
sono i preconcetti bigotti e superbi
sono le attenzioni di cui ti dimentichi
a farti appassire e sgretolare piano
così senza che tu te ne accorga
giungi nella città delle bestie
Sono le coincidenze a farti arrugginire
sono i sogni lasciati marcire
che si vendicano su di te
perchè li hai messi al mondo
e li hai spietatamente lasciati morire
di fame,
di freddo
e dura è la via
per tornare nella foresta di conifere innevate
da dove osservare le bestie
e ridere di loro

ignorando il loro dio
la loro incoerenza
le loro sadiche giornate
e i loro minuti sfuggenti
il loro odio incontrollato
per la propria bestiale umanità.

venerdì 29 gennaio 2010

Un vetro dentro al cuscino


Non sono incazzata, lo giuro, ma aspetto Bologna e la crisi dell'oca, aspetto una casa tutta mia, un silenzio tutto mio. Non voglio più ascoltare parole scagliate per le stanze come coltelli e non voglio più uscire con cappellai matti e sniffatori di mercurio. Non voglio bere e sto cercando di smettere di fumare. Dico loro ciò che vogliono sentirsi dire e gli sputo in faccia un ghigno beffardo subito dopo, non corro più così tanto in moto e non calpesto le aiuole e le coscienze. Non vorrei indurre nessuno a vivere in un incubo, ma io sono responsabile di ciò che faccio solo del quaranta per cento. Non posso capirci niente ma sono abbastanza in gamba da cercare di evitare di restare in un palazzo a piangere un matrimonio finito e i piatti sporchi che non mi va di lavare a causa della mia depressione. Io sono libera e se libertà significa inculate a volontà, beh, eccomi, dicono sia bello il mio didietro. VOI potete vivere giornate di ipocrisia formale, di odi reconditi e di frasi sanguinanti. VOI potete dire alla gente cosa fare e cosa dire, potete insegnare il giusto, potete nascondervi dietro tende immacolate e familiarizzare con i puritani. IO sono troppo debole per questo. O troppo furba... O troppo pazza... O troppo menefreghista... O troppo egocentrica... O troppo egoista per vedere ad un palmo dal mio naso...
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Ecco, sono impazzita, lo sapevo. No, i pazzi non esistono. I pazzi sono un'invenzione dei perbenisti e degli head-shrinker.
Ok, sono lucida, lo sono sempre stata. Non potete più controllare la mia vita secondo i dettami della morale corrente, del Cristianesimo e "l'altruismo è al di sopra di tutto" perchè me ne sbatto degli altri (in fondo l'ho sempre fatto, no?). Vivere non è uno scherzo, ma non è poi così difficile perchè insomma ci sono gli alberi, i libri, i gruppi metal, i posti di lavoro, le catapecchie in riva al fiume e le tags sbiadite... C'è tutto questo e altro, o no? Il suicidio l'ho scartato; le soluzioni di comodo non mi sono mai piaciute. Quindi, non mi limiterò a sbattere tutte le porte di casa colta da un'improvvisa crisi isterica e non fuggirò da ciò che ho creato. La gente è disumana. E' un'effimera contraddizione che cammina, una scopata fatta per caso, un'accozzaglia di epilessia e gargantuesca stupidità.
E' un addio per volare in terre più fertili e colorate, dove non c'è gente e si può pensare e parlare da soli come i pazzi. La differenza è che nessuno ti prende per pazzo perchè nella tua terra esisti solo tu e, al limite, potrei fargli un po' di spazio. Due cuori e una capanna di carta costruita sul ghiaccio.
Insolito, sempre rinnovabile, non etichettabile, non paragonabile, indescrivibile, il miglior contratto senza scadenza che si possa fare, direi. Io ce l'avrò questo coraggio, io prenderò in mano i miei pensieri e ci farò i conti e vivrò di essi, come i matti.
Vado a vivere nel loro mondo.

"Sono il matto e allora dammi il permesso di parlare. Io saprò ripulire il mondo da ogni male, se la gente accetterà la mia medicina." (W.S.)


venerdì 22 gennaio 2010

Infauste previsioni



I muri si sono sgretolati
e il tetto mi è crollato addosso
separando gli arti dal busto
frantumando le ossa
fracassando il cranio
questa casa uccide
con una lentezza disarmante.
E' straziante come ci si senta
impotenti dinanzi ad una
clessidra.
Ma il Tempo ha vinto ancora
e continua a correre col suo moto circolare
rimestando familiari eventi ormai consunti.
Ha ucciso loro
e tramite loro ammazza anche me.
Ormai resta solo una vittima,
quasi invisibile,
troppo piccola per suscitare pietà.