venerdì 25 settembre 2009

Senza accorgerci che stavamo precipitando in un baratro



Sei stato in alto con me
e siamo caduti
perchè non siamo
fatti per volare.

Hai creduto in me
e sei tornato sconfitto
perchè non sono capace
di mantenere una promessa.

Ho sperato per te
ma la speranza era troppo vana
e le mie mani troppo legate.

Abbiamo fatto l'amore
ma eravamo prigionieri dei nostri corpi
perchè non sappiamo
ancora liberarcene.

Ci siamo giurati di baciarci, cadendo,
fino a quando non avessimo toccato il suolo
senza accorgerci che stavamo
precipitando in un baratro.

domenica 6 settembre 2009

"Venuto al Mondo"




Oggi, a pranzo, guardavo il tg e ho appreso che il libro che avevo finito di leggere 2 minuti prima ha vinto il premio Campiello 2009.
Non c'è stata storia; "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini scava in fondo come pochi libri riescono a fare.
Sullo sfondo di una Sarajevo sotto assedio due giovani italiani cercano disperatamente di avere un bambino con metodi artificiali. E' un susseguirsi di colpi di scena, che in fondo al cuore già conoscevamo. Niente è veramente nuovo, ma per noi che non abbiamo mai vissuto una guerra, è un mondo sconosciuto, surreale, fatto di sangue e di coraggio. Un mondo che noi fatichiamo ad immaginare.
E' un inno alla vita, cantato nel polverone della guerra e dell'odio che spinge la gente a lottare contro i propri simili per un po' di pane o di legna.
Ciò che maggiormente spicca è la volontà della protagonista, Gemma, di andare avanti, di dare un futuro al futuro perchè "la speranza appartiene ai figli. Noi adulti abbiamo già sperato e abbiamo perso."
Un romanzo di forte impegno etico che molti non hanno mancato di criticare con commenti idioti ed offensivi, decontestualizzando metafore dal marasma di una guerra per gettarle alla rinfusa nel marasma di un blog.
Mi stupisco ancora, ragazzi, di come molta gente non comprenda la bellezza dell'arte quando c'è di mezzo il dolore.

giovedì 3 settembre 2009

BloodArt




Bukowski o Baudelaire?
Dio, non so chi scegliere.
Datemi un pugnale
e dipingerò la vita
datemi una rosa
e dipingerò la bellezza.
Voglio dormire
ma guardo i miei rottami
la mia pelle è livida
sangue sulla maglia
e nei miei occhi.
Il colore dell'iride non si può modificare
e neanche ciò che la retina percepisce.
Il colore del fiore è il risultato di addizioni
e il risultato è ciò che conta.
Di notte sogno pagine stampate
e il prodotto della giornata sono parole.
Piango lacrime calde
bruciano tessuti lacerati.
Bukowski o Baudelaire?
La lettera B è bellissima.
Oggi all'angolo ho incrociato la Morte
e ancora una volta mi sono inchinata
e sono fuggita via.


lunedì 31 agosto 2009

Paradisi artificiali (pt. 2)

L'ho scritto con le maiuscole
ma anche le voci fuori urlano parole in maiuscolo
o forse è solo festa
ed è festa anche per me
o è solo nella mia testa.
La razionalità che mi rende miope
e il mio scetticismo
si scontrano continuando la corsa
si inerpicano per sentieri che bloccano la mente
tarpandosi le ali a vicenda
ma in fondo
viva l'anarchia!
Del resto chi se ne frega.

Il mio difetto più grande è di scrivere,
o meglio,
di scrivere roba incomprensibile.
Ma dopotutto alcol e festa
mi hanno sempre dato alla testa
ed io scrivo
a prescindere dalla mia lucidità
o dal mio recente stato di ubriachezza permanente.

martedì 25 agosto 2009

Paradisi artificiali


Il palloncino svolazza per casa
svolazzo con lui
caldo e vomito
e poi da capo
è il decadentismo del XXI secolo
e in qualche modo
nessuno mi ha rubato le idee
nè Angiolieri nè Verlaine
no, sono troppo piena di me
eppure strano
come la mia grammatica stia al suo posto in ogni caso.
Bevo Capiroska, rum e Borghetti
e mi drogo di caffè.
Quasi mattina
quasi un altro giorno.
Forse tutto questo non serve .
Forse mi sbronzerò il primo giorno di scuola.
Forse un giorno o l'altro proverò a RICOMINCIARE.

"Non capisco perchè mai l'uomo spirituale e razionale si serva di mezzi artificiali per giungere alla beatitudine poetica, poichè gli bastano l'entusiasmo e la volontà per elevarlo ad un'esistenza soprannaturale. I grandi poeti, i filosofi, i profeti sono degli esseri che attraverso il puro e libero esercizio della volontà pervengono ad uno stato dove sono ad un tempo causa ed effetto, soggetto e oggetto, ferro e magnete. (Barbereau)
"Io la penso esattamente come lui." (Baudelaire)

Anch'io, dato che questo gioca a mio favore (parlando in termini di "normalità").

giovedì 20 agosto 2009

"The triangle tingles and the trumpet plays slow"

"Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo."
Stasera pensavo a questa frase.
Perchè contempli il vuoto?
Perchè sto pensando.
Perchè sei seduta al buio?
Perchè così si pensa meglio.
Perchè non leggi?
Perchè le righe mi rubano le idee.
Perchè sei di qua e non di là?
Perchè di là è troppo caldo persino per i fantasmi della mia mente.
Perchè non ti fiondi in bagno?
Perchè non riesco a stare in piedi.
Perchè non parli?
Perchè una volta ogni tanto posso avercela anch'io con 'ste fottutissime parole?
Perchè non rispondi?
Perchè sono ubriaca.
"E mi vesto di nero perchè sono bella, cattiva... e perduta."
E leggo thriller perchè bevo troppo spesso per leggere altro.
Tutto ciò che chiedo è di non prendervela con noi.
Se ieri giocavamo con le bambole
e oggi fumiamo e beviamo rum
è solo colpa del tempo.

domenica 16 agosto 2009

Soliloquio dal mondo comune





"Makes no sense to stay"
Non c'è motivo per restare, più o meno
mi suggerisce Mark Lanegan
o forse ho solo capito male.

Come tante formiche
che si affannano
per procurarsi del cibo
noi ci affanniamo per procurarci del denaro.
E vorrei tanto riuscire ad essere superiore a questo,
ma la quotidianeità mi stronca
ed imprigiona le mie sensazioni
così piatta
un esempio pratico di comunicazione asincrona
è il mio incubo ricorrente.
Eppure più conosco la gente
più mi dico che un motivo per restare c'è
e cerco invano di convincere me stessa
il motivo per restare nel mondo
non è soltanto "scrivere"
ma è anche "comunicare".
Comunicare senza scrupoli
e senza necessità di sentirsi dire alcunchè di importante.
Comunicare per ascoltar parole
la più sublime forma d'arte conosciuta.
E sconosciuta ai più
...e mentre comunichi dimenticare ciò che stai dicendo.
Senza sentire il bisogno di afferare la vita a tutti i costi
senza strafare
lasciare andare ciò che va
(e forse ora sono convinta che le cose capitino per caso).
Annegare nelle parole
senza sentire il bisogno di emergere per respirare ipocrisia e sudiciume.


martedì 11 agosto 2009

Artisti!

Stasera guardavo quegli strani individui e mi dicevo che voglio essere tra loro - e non posso nascondere di aver sentito un brivido.

Era da tanto che non correva così
veloce
e freddo
e rivelatore
dietro la mia schiena.
E intanto guardavo quegli sconosciuti
e pensavo che non voglio che restino tali.
Se così fosse vorrei non averli mai conosciuti.
Vorrei che fossero come il fottìo di gente nella metropolitana
di Londra.
Vorrei che suonassero musica distante come il barbone nella metropolitana
di Londra.
Vorrei che assomigliassero ai gay che si tenevano per mano nella metropolitana
di Londra.
Gente lontana in un posto lontano.
E freddo.
Invece siamo qui
io
loro
il caldo
e le loro fottute note.
Troppo vicini
io e l'omino con la matita sotto gli occhi

ma questa distanza ridotta non cede ancora il passo alle parole.
Stavolta la via di mezzo non basterà.

giovedì 6 agosto 2009

Dobbiamo prendere il potere




In fondo alla strada
c'è un lurido gatto
lo conosco
è una brava persona
che mi guarda di sbieco
e che mi ucciderebbe
se avesse i miei mezzi
che smonta il mio ego
ogni volta che passo
che divorerebbe il mio cadavere
un po' per odio un po' per fame
che finirebbe al fresco per un po' d'umanità.
Odia me
perchè sente che io sento ciò che lui sente
e gli altri non possono sentirlo.
E' un sofisticato veto posto dalla natura.
E' roba da gatti.

O con ogni probabilità
è tutta un'allucinazione.

sabato 1 agosto 2009

Limiti






Io adesso
potrei
ipoteticamente
spogliarmi e lanciarmi in acqua
ancorandomi agli scogli
ma troppi buchi neri guardano verso il mare
e nascondono attentamente il loro perbenismo
come io nascondo la mia prigionia
e mi rigiro ancora tra le sbarre dei loro occhi.



Non saremo mai veramente liberi finchè saremo tutti così simili perchè libertà è il coraggio della diversità.

domenica 5 luglio 2009

Nightlife (part two)




Bambini
ah, che ridere!
Il rumore dell'acqua è così fragoroso
la strada è lunga
la strada è infinita
come l'alcool
come il cielo sopra la strada
di un buio indecifrabile
che vien da ridere solo a guardarlo
ma attenta, non puoi ridere,
però puoi guardare su, dal finestrino,
o il guard reil, o le indicazioni,
o i segnali di pericolo,
o gli alberi in corsa
Reggio Calabria, indica un segnale
diavolo, andiamoci
perchè ho bevuto tanto
perchè sono così poche le occasioni per ridere
ed io non posso farlo neanche da ubriaca.


venerdì 5 giugno 2009

Di macabri pensieri e sacrifici vani


Sarebbe bello
se tutti ora morissero
e rimanessi io sola
io e le mie giornate
finalemente libere e silenziose
perchè non ho bisogno degli altri per sentirmi viva
gli altri mi uccidono
invece potremo esserci
io e i miei ossimori
tutti i libri del mondo
tutto il sapere del mondo
tutto il tempo del mondo
e racconterei milioni di anni dopo
che una volta l'estate arrivava a giugno
e che a gennaio era freddo e neve
che a gennaio era il mio compleanno
auguri, auguri!
festeggiamo la tua morte
io sono immortale
ma qualcosa mi dice che la mia vita non è illimitata
segmento cortissimo dell'infinita retta del tempo.

mercoledì 20 maggio 2009

All'unaezerosei


Quindi felicità
è il desiderio selvaggio di vivere
è una corsa in auto a fari spenti
è un autobus che arriva puntualmente in ritardo
è un legnetto nella sabbia che ti graffia il piede destro
è il rischio lottare e di essere vinti
il rischio di prenderci la vita che ci spetta
è una piuma iridescente che scompare ancor prima che ce ne accorgiamo.

La felicità è per noi, vivi reali.
Per i vivi fittizi rimane pur sempre la soddisfazione.

lunedì 5 gennaio 2009

Everything is...

Non qualcosa di stupido.
Non qualcosa di divertente.
Non qualcosa di eccessivamente drammatico.


L'altra sera ho rivisto F., poverina. L'ho vista mentre li guardava, con il cuore in gola, baciarsi. Non pensavo che il colore della pelle di un essere umano potesse essere tanto chiaro. E mentre la sua pelle diventava fredda e bianca come neve, l'ho vista correre via, stringendo la mano del suo tipo per sottrarne calore.
Stringere la mano del ragazzo che ti ama avendo da qualche parte Lui dopo tutto questo tempo è roba da strizzacervelli.


Le ci vorrà ancora un po' per dimenticarlo.