venerdì 9 luglio 2010

Più a nord della coscienza




O notte fervida e assordante

avvolgi il mio effimero corpo nel tuo vortice stellato

affinchè possa godere ancora una volta

del gelido turbinio delle emozioni infantili

che come frutti acerbi

fluiscono con colori squillanti

al primo sole della giovinezza.

Conducimi su strade sterrate

e in buie osterie

e ravviva la mia stanca mente

con fiumi di note e di vino.

O notte chiara e declinante

riporta qui i bambini che eravamo

e resta a giocare con noi

poi nasconditi, e lasciaci appassire in pace

sussurrando parole quasi d'amore

mentre, illacrimata, la Morte ci travolge

gettandoci in un buio baratro

di amara disperazione.